Fare le ore “piccole”: non nel senso di tirar tardi (l’input salutista è di andare a dormire presto), bensì in quello di rimpicciolire i nostri segnatempo. È l’ultima tendenza emersa dai saloni di Ginevra e Basilea, dove si ammirano le novità dell’Haute Horlogerie. Visto da fuori, ha proprio l’aria di essere un mondo a parte, frequentato da giornalisti, collezionisti e intenditori, tutti informati al limite del maniacale, tutti ultraspecializzati e ovviamente muniti di un linguaggio in codice: habitué, insomma, membri di una setta particolarissima, che discorrono di argomenti all’apparenza astrusi come meccanismi e complicazioni (le funzioni aggiuntive che l’orologio base fornisce, oltre a scandire ore, minuti e secondi, ndr) con una naturalezza spiazzante.
Così, con semplicità, come noi chiacchieriamo del weekend appena trascorso, della lezione di pilates, del romanzo in cima alla classifica. Eppure, lo si intuisce al volo aggirandosi tra gli stand delle fiere svizzere, è un mondo che anche noi donne amiamo e coltiviamo con sempre maggior entusiasmo. Quasi alla pari con gli uomini, e il Belpaese in questo senso non fa eccezione, anzi. Secondo Assorologi, l’Associazione Italiana Produttori e Distributori di Orologeria, il consuntivo del nostro mercato per il 2015 è stato di 1,41 miliardi di euro, e la lieve flessione circa il numero di pezzi venduti, poco meno di 7 milioni, è stata compensata dalla crescita a valore: continua infatti a salire il prezzo medio degli acquisti, da 183 a 209 euro: significa che il consumatore italico ha sempre più consapevolezza in termini di savoir-faire e prestazioni.
Orologino mon amourLe signore, al riguardo, non costituiscono certo un’eccezione. «È vero, voi scegliete più di impulso, il vostro è un approccio emozionale, valutate molto l’estetica, la tattilità», spiega Fabrizio Buonamassa Stigliani, senior designer del settore orologi da Bulgari. La maison romana ha appena svelato a Basilea le collezioni Serpenti Incantati e Piccola Lucea, bel risultato di come haute joaillerie e funzione si fondano in un oggetto indiscutibilmente prezioso. «Tra le nostre clienti, però, molte indossano quotidianamente grandi complicazioni (come la ripetizione minuti, che ne è la regina, ndr) e da un brand si aspettano il rispetto dei criteri estetici ma soprattutto la competenza nelle tecniche dell’alta orologeria».
Il ritorno dell’orologio più piccino, femminile, di ispirazione rétro, è l’ideale per attrarre sempre più (e sedurre) il pubblico femminile. Specie se neofita, è facile venga attratto dalla linea della cassa, tonda, ovale, rettangolare; o dai diamanti che illuminano la lunetta, o punteggiano gli indici sul quadrante (è il caso dei cocktail watches dall’allure hollywoodiano). «Molte delle nostre clienti sono assolutamente smaliziate, le straniere anche di più: scelgono in autonomia orientandosi di preferenza su orologi automatici (quelli che si caricano con il movimento del polso o del braccio, ndr) e amano anche l’anima maschile dell’acciaio», dice Chiara Pisa, direttrice generale di Pisa Orologeria, punto di osservazione privilegiato. «Il ritorno degli small watches? Riscuoterà un sicuro gradimento, anche perché, in certi casi, ci si può “divertire” con modelli piccoli ma “complicati” a sufficienza».
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